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mercoledì 9 marzo 2011

Gartner: il progetto Symbian ha fallito


Termini molto duri quelli usati da Nick Jones di Gartner. La fondazione Symbian ha fallito il progetto e molti suoi esponenti di spicco la stanno abbandonando. Non tutto però è perduto. Fondamentale sarà scindere i problemi della piattaforma Symbian da quelli della Symbian Foundation per risollevare i destini del sistema operativo.
Al di là di quella che a prima vista sembra essere una condanna incondizionata del progetto Symbian che si è presentato al pubblico negli ultimi mesi come piattaforma open source grazie all'operato della fondazione Symbian, una lettura più attenta e senza inutili faziosità delle parole di Jones mette in evidenza degli aspetti molto importanti per  la ricostruzione della piattaforma.
Nick  Jones parte dall'esame di dati oggettivi. Oggettivamente la principale azienda di spicco impegnata a sostenere attivamente i progetti della Symbian Foundation è Nokia.  Dopo le recenti notizie del mancato supporto a Symbian da parte di Sony Ericsson e Samsung, restano aziende importanti, ma non in grado di condizionare sensibilmente l'andamento del mercato smartphone, almeno qui in Europa. Ci riferiamo in particolar modo a Compal, Sharp e ZTE.
Lo scenario che viene rappresentato e che le cronache dei giorni scorsi conferamano è quello di una fondazione un po' allo sbando, la cui "reggenza" passa di diritto a Nokia. La passa palla al nuovo CEO della casa finlandese Stephen Elop chiamato a scegliere cosa fare. Il suggerimento che Nick Jones gli rivolge è quello di continuare a far proprio il sistema operativo Symbian, lasciando la fondazione al suo destino.
Verosimilmente senza il sensibile apporto di aziende come Sony Ericsson e Samsung anche i flussi economici che transitano nella fondazione dimimuiranno e parallelamente anche le risorse da destinare allo sviluppo.
Le vicende della fondazione, giunti a questo punto della sua evoluzione, dovrebbero essere tenute distinte da quelle della piattaforma mobile che Jones definisce "malata, ma è ben lontana dalla morte". Jones sottolinea come i vantaggi derivanti dalla possibilità di gestire un sistema operativo proprio per un produttore sono molteplici: si possono spingere le vendite di uno shop di applicazioni on-line (e l'OVI store ha estremo bisogno di Symbian), si può creare un proprio ecosistema di servizi che ruotano attorno alla piattaforma, si può infine sfruttare la flessibilità di un sistema operativo come Symbian che è in grado di adattarsi all'hardware di ogni fascia di prodotto: dallo smartphone entry-level da poco più di 100 euro al terminale top di gamma da oltre 500 euro.
Per sfruttare i vantaggi Nokia potrebbe proseguire lo sviluppo di Symbian senza investire più nella fondazione e insistere sulla natura open-source del sistema operativo che, una volta portato ad un livello soddisfacente di sviluppo, potrebbe essere proposto anche ad altri produttori. Ricordiamo che un sistema operativo open-source si traduce anche in un basso impatto economico sul prodotto finale che può essere venduto a prezzi più concorrenziali. L'analisi di Nick Jones ci sembra abbastanza lucida e disincantata. Prendere coscienza dei problemi aiuta a risolverli, fare finta che non esistono aggrava la situazione.
La prossima occasione di rilancio di Symbian per Nick Jones, che sembra già bocciare preliminarmente Symbian^3, è Symbian^4. Se Nokia saprà lavorare bene e sviluppare un sistema operativo impeccabile, la strada del rilancio sarà garantita. Insomma, tempi duri per i tanti sostenitori di Nokia e Symbian, ma le possibilità di tornare a dominare il mercato ci sono, basta volerle sfruttare. Non dimentichiamo in ogni caso che i nuovi smartphone Symbian^3 sono ormai alle porte e che il mercato potrebbe riservare un successo non previsto da alcuni analisti.

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